La canta dei mesi

La rappresentazione dei mesi, meglio conosciuta come “Canta dei Mesi” è un'allegoria diffusa in ambiente rurale dalle origini imprecisate, sia per luogo che per tempo, e ragionevolmente legate al ciclo delle stagioni e della coltivazione della terra.

Con buona probabilità la rappresentazione è arrivata a Tesero dalla vicina valle di Cembra dove la “Canta” veniva eseguita fin dal Settecento durante gli ultimi giorni del periodo carnevalesco e spesso nella stagione estiva.
Il testo originale cembrano prevedeva alcuni personaggi: il Re, sfarzosamente abbigliato con un vestito di foggia del seicento spagnolo, un servo, dodici figuranti che rappresentavano i mesi e altri quattro per le stagioni. Insieme a loro vi erano paggi (anch'essi vestiti con costumi secenteschi) e un arlecchino con due o tre discepoli.
Gli attori che interpretavano mesi e stagioni indossavano costumi legati ad allegorie dei rispettivi periodi. Guardie con alabarda “mantenevano l'ordine pubblico”, mentre alcuni suonatori assicuravano l'accompagnamento musicale: fisarmoniche, chitarre, violini e mandolini. La versione più recente del testo risale al XIX secolo, in lingua italiana, composta da un cantastorie di tipico cognome cembrano: Michele Gottardi (sebbene provenisse da Nave San Rocco, nella Val d'Adige, e fosse perciò detto él poeta da la Nav).

La prima rappresentazione a Tesero di cui si hanno frammentarie notizie risale agli anni successivi alla Prima Guerra mondiale. Venne poi riproposta soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale e l’ultima edizione fu rappresentata a Lago, nel 1966, da un gruppo di bambini e qualche adulto.

Le strofe della versione locale sono di fatto un’elaborazione del testo del Gottardi, in uso tuttora in val di Cembra, e alle parti rimaste pressoché identiche (come quelle relative al mese di gennaio e dicembre) si affiancano parti trasformate ed adattate con l’inserimento di parole e oggetti tipici della parlata teserana (i matazìni, le cràcole) oppure di riferimenti a specifici luoghi (le Mandre, l’Fratòn, Margola piuttosto che il Cornòn) . Nelle ultime edizioni rappresentate dagli adulti negli anni ‘50 e ‘60, questi cambiavano talvolta le parole all’ultimo momento, iniziando la frase come previsto dal testo e improvvisando poi la seconda con libertà e fantasia.

Nelle prime rappresentazioni, in corrispondenza degli ultimi giorni di Carnevale, i partecipanti si radunavano nella frazione di Lago dove eseguivano per la prima volta la sfilata dei mesi per riproporla a Tesero, qui nella vicina Piazza Nuova, e poi davanti alle osterie del paese, in modo che, alla fine della rappresentazione gli osti offrissero da bere. Coloro che impersonavano i mesi dell’anno non portavano maschere sul viso ma vestivano in conformità a quello che interpretavano; tra l’altro originariamente anche le parti femminili erano interpretate da maschi e ciascuno di essi recitava la sua strofa, in cui esponeva ciò che lo caratterizzava. Questa strofa veniva ricantata subito dopo in coro da tutto il gruppo.

Nell’ambito delle serate di contorno alle “Corte de Tiezer" nell'estate del 2012 in Piazza Benesìn e del 2019 presso l'auditorium delle scuole medie (causa maltempo) la “Canta dei mesi” è stata riproposta con la collaborazione del coro “Slavàz”, della Filodrammatica “Lucio Deflorian”, del CML ma soprattutto di tutti i figuranti e collaboratori che ne hanno consentito l’allestimento.

Programmazione

Piazza Benesin
Mercoledì 8 agosto 2012 ore 21.00
Venerdì 2 agosto 2019 ore 21.00

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